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"La cosa che in molti temevano e forse ancora temono di Giulio Andreotti è il suo leggendario archivio, e soprattutto il suo diario occulto mai ritrovato dopo la sua morte. Una sorta, forse, di scrigno segreto della Prima Repubblica in cui sono riposti, si immagina ben dettagli e custoditi, i segreti più o meno confessabili di un uomo definito il 'Divo'.'Il diario di Giulio' l'ho immagino così, ovviamente il mio è accessibile al pubblico e non vuole assolutamente, e presuntuosamente, far luce sui grandi misteri d'Italia, o sui rapporti con Cosa Nostra, o sulla strage di Ustica e tantomeno sul rapimento di Aldo Moro, anche perché non posseggo la facoltà di 'conoscere' a fondo ma solo quella di immaginare coadiuvato dalle mie letture giornalistiche e grazie all'ausilio di internet e di altri documenti reperibili qua e là che mi sono permesso di raccogliere per raccontarveli, oggi. Ma non vi troveremo le risposte che aspettano l'ora, le risposte che fanno paura e le risposte celate nel buio, poiché queste appartengono al 'Divo'."